L’adolescenza è il periodo che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta. È una fase di cambiamenti fisici, psicologici e dei rapporti sociali che danno forma al pensiero, alla sensibilità ed al comportamento dei ragazzi. Non a caso deriva dalla parola latina “adolescere” che significa letteralmente “crescere”.
La ricerca di una propria identità individuale è già di per sé complessa. In questa continua scoperta in cui i coetanei sono il principale metro di giudizio, ci si sente spesso ansiosi, confusi ed insoddisfatti. Non a caso molti problemi e difficoltà psicologiche cominciano a strutturarsi proprio nel periodo adolescenziale.
Negli ultimi anni questa turbolenta fase di passaggio è stata messa ulteriormente a dura prova a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, dalle angosce scaturite dalla guerra e dalla percezione di un futuro sempre più incerto ed irraggiungibile.
Secondo una ricerca condotta dalla American Psychological Association, i giovani di oggi presenterebbero gli stessi livelli di ansia di un paziente psichiatrizzato degli anni ’50. Un dato decisamente sconvolgente!
L’ansia porta i ragazzi ad isolarsi, ad avere improvvisi scatti di rabbia o a mettere in atto condotte autolesioniste di vario genere. Ma non rimaniamo sul vago. Vediamo insieme quali sono i fattori che incidono maggiormente sull’ansia adolescenziale, le strategie più comuni messe in atto dai ragazzi per provare a gestirla e gli effetti che queste tentate soluzioni producono.
Body positive
I cambiamenti fisici avvengono velocemente e spesso si fa fatica ad accettare il proprio corpo. Si ha difficoltà nel riconoscersi con nuove forme, con un nuovo timbro di voce e soprattutto con tutte quelle manifestazioni ormonali tipiche dell’adolescenza: acne, peluria o gonfiore.
E se piacersi sembra già difficile di per sé, il confronto con gli altri sui social, tra filtri, effetti e photoshop, diventa decisamente spietato ed imparziale!
A questo punto, cosa verrebbe spontaneo fare a chi non si sente abbastanza attraente? Cercare di migliorarsi in ogni modo possibile per raggiungere quei modelli di “perfezione” a cui si viene costantemente sottoposti. L’effetto che si ottiene però è quello di trovarsi in una rincorsa senza fine verso un ideale non realistico di bellezza, uscendone inevitabilmente sconfitti. Tuttavia, non si sarà in grado di mettere in discussione le proprie aspettative bensì si penserà di non essere all’altezza e di non fare abbastanza. Una sana alimentazione e lo sport cominciano a trasformarsi in restrizioni e digiuni, condotte compensatorie, finanche interventi estetico-chirurgici decisamente prematuri.
Social Media
Stare con i propri coetanei è fondamentale durante l’adolescenza. Ci si distacca dalla famiglia per diventare individui più indipendenti, avvicinandosi e passando molto tempo con il gruppo dei pari. Con la pandemia, i momenti di incontro/confronto sono avvenuti principalmente sui social. L’interazione tramite social nasconde però un rovescio della medaglia: se da un lato si è amici di tanti, si può interagire con chiunque in qualsiasi momento e si ha una finestra sulle vite degli altri, dall’altro si mostrano e si osservano solo pochi aspetti (di solito i più belli) e si interagisce da dietro ad uno schermo che, inevitabilmente, crea un distacco. L’illusione diventa quella di aver maggior controllo sulla relazione che si sta intraprendendo. Si ha una sensazione di rassicurazione maggiore rispetto alle interazioni vis-a-vis che, al contrario, appariranno sempre più terrificanti ed ansiogene. La tentata soluzione sarà quella di cercare di essere sempre più presenti sui social, per non perdersi nessun momento della vita postata dagli altri in modo da avere la percezione di esserne in qualche modo sempre coinvolti.
Ma che effetti produce? Ci si trasforma in illusi delusi: si diventa sempre più isolati nella vita reale che, essendo fatta di alti e bassi, non riesce a competere con l’illusoria perfezione della vita sui social.
Virtual reality addicted
Durante l’adolescenza ci si sente spesso disorientati dai tanti cambiamenti che si vivono. Inoltre, il più delle volte, questi cambiamenti non piacciono e ci si sente frustrati dall’impossibilità di cambiare le cose: il proprio corpo, la scuola, la propria famiglia, il proprio status.
Che sia una serie di Netflix, un videogioco o un anime, certe realtà virtuali diventano un rifugio che piace molto più della realtà in cui si vive. Lo si cerca con l’intento di sfuggire a tutte quelle situazioni della propria vita che mettono ansia: il confronto con gli altri, le responsabilità, gli impegni ma soprattutto dalla costruzione del proprio futuro. Si cerca una quotidianità che piaccia di più in modo da non dover affrontare la propria che tuttavia, in questo modo, apparirà sempre più inaffrontabile e lontana da quella desiderata.
L’Orlando Furioso
Aggressività ed impulsività sono altre due caratteristiche tipiche di questo periodo.
A livello neurobiologico infatti ci sono delle aree cerebrali non del tutto sviluppate come la corteccia frontale e prefrontale. Queste regioni sono il regolatore dell’impulsività data dalle emozioni, sono deputate alla razionalità, alla cognizione, alle funzioni sociali e al linguaggio. Si ha quindi una minore capacità di considerare le conseguenze a lungo termine delle proprie azioni e si tende ad assecondare le spinte emotive del momento. C’è infatti una minore reattività dell’amigdala e della corteccia davanti alla possibilità di punizioni o pericoli. In più, essere “ribelli” e prendere posizioni opposte a quelle della famiglia diventa uno dei mezzi per affermare la propria individualità: non sono più solo “figlio di” ma persona autonoma e indipendente.
Trainspotting – Narcos
Gli stimoli nuovi ed eccitanti, le situazioni rischiose come l’alcol, le sigarette o le droghe sembrano essere irresistibili nella maggior parte dei ragazzi adolescenti. Biologicamente parlando, queste sostanze attivano lo stesso circuito cerebrale coinvolto nella ricerca e consumo di gratificazioni essenziali alla sopravvivenza come acqua, cibo, partner.
La risposta di queste aree cerebrali (sistema dopaminergico, striato ventrale, nucleo accumbens) agli stimoli gratificanti ha un’intensità maggiore negli adolescenti che inoltre sono “programmati” per preferire ricompense immediate anche se piccole rispetto a ricompense più consistenti in un secondo momento (delay discounting).
La combinazione tra ipersensibilità alla gratificazione ed immaturità nel controllo inibitorio aumentano la probabilità di sperimentare sostanze di abuso che possono diventare anche un modo fallimentare di gestire ansie e preoccupazioni. Un’altra forma di evasione dalla realtà che tuttavia rimanda sempre di più l’idea di non essere in grado di affrontare certe situazioni, soprattutto quelle sociali, senza alterarsi in qualche modo. Mi confermo di non essere abbastanza simpatico, spigliato o coraggioso.
Capire cosa facciamo per cercare di gestire le nostre ansie e le nostre paure è il primo passo per identificare ciò che non sta funzionando. Il più delle volte infatti, sono proprio le nostre tentate soluzioni, messe in atto con l’intento di stare meglio, che in realtà mantengono e peggiorano il nostro malessere. La Terapia Breve Strategica ti aiuterà a riconoscerle e, attraverso strategie specifiche, a renderti abile a gestirle e risolvere. Spesso, senza volerlo, diventiamo artefici di ciò che ci rende vittime!
Carlotta Cantore – psicologa, IPPS Roma.