L’effetto Dunning-Kruger: l’illusione dell’ignoranza.

da | Dic 9, 2021

“Chi s’illude di sapere ignora perfino la sua stessa ignoranza” notava Socrate che già nel IV secolo avanti Cristo aveva avuto modo di osservare il fenomeno dell’illusione di competenza o quello che oggi chiamiamo Effetto Dunning-Kruger!

La nostra mente è un’abile stratega e nei secoli si è progressivamente evoluta consentendoci di ragionare in modo sempre più articolato, perseguire obiettivi sempre più ambizioni e risolvere problemi via via più complessi. Tuttavia, altrettanto sorprendente è la sua capacità di trarci in inganno, trasformando efficaci strategie in vere e proprie trappole… o psicotrappole

Tra questi piccoli inganni troviamo i bias cognitivi, delle convinzioni erronee con cui filtriamo la realtà. Non sono altro che delle scorciatoie di pensiero che ci permettono di elaborare più rapidamente giudizi, ricavare inferenze, attribuire significato alle situazioni e prendere decisioni a fronte di problemi complessi ma in modo del tutto inefficace perchè basate su premesse erronee.

Un curioso fatto di cronaca 

Alcuni bias sono in grado di ingannarci più di altri, come avviene nell’Effetto Dunning Kruger. Questa distorsione cognitiva viene descritta per la prima volta in una pubblicazione del 1999 da due psicologi della Cornell University, David Dunning e Justin Kruger, ispirati da un tanto curioso quanto bizzarro fatto di cronaca.

È una mattina del 1995, siamo a Pittsburgh, in Pennsylvania, e il signor McArthur Wheeler ha appena rapinato due banche del luogo a volto scoperto, tanto sfacciato da sorridere alle telecamere di sorveglianza. Durante la giornata venne ovviamente arrestato ma ciò che attirò l’attenzione dei 2 ricercatori fu che il signor Wheeler fosse fermamente convinto di non poter essere ripreso dalle telecamere. Si era infatti cosparso il volto di succo di limone, certo che sarebbe accaduta la stessa “magia” che avviene quando lo si utilizza come inchiostro su carta: ciò che viene scritto non può essere rilevabile se non vicino ad una fonte di calore. 

Peccato che il signor Wheeler non fosse un foglio di carta!

Questo episodio, che ad un occhio clinico apparirebbe più come un delirio, spinse i 2 ricercatori ad approfondire il sistema di credenze e convinzioni erronee che spesso ci traggono in inganno – i bias cognitivi – ed evidenziò come più si è ignoranti su un argomento, meno si è consapevoli di esserlo.

L’illusione di competenza  

“L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza” scriveva Charles Darwin e, in effetti, più si è impreparati e poco informati su un tema, più si tenderà a sopravvalutare le proprie abilità e conoscenze proprio perchè non si avranno competenze sufficienti a rilevare i propri errori. Cadiamo prede del terribile paradosso dell’illusione di competenzaper renderci conto di non essere davvero competenti dovremmo informarci di più sull’argomento in questione ma, non avendo abbastanza conoscenze, non riusciamo neanche ad accorgerci di averne bisogno!

 Avrete sicuramente notato l’effetto Dunning- Kruger innumerevoli volte nei talent show, dove persone dalle dubbie performance rimangono completamente sorprese che il loro talento non sia stato riconosciuto o sui social, dove orde di laureati all’Università della Vita proclamano le loro ferree convinzioni, le uniche valide, sulle tematiche più disparate. Sono pronti a salvare l’economia, ad ergersi a guide politiche o a medici specializzati e la poca conoscenza che hanno sembrerebbe essere direttamente proporzionale alla sicurezza – o arroganza – con cui espongono e difendono il loro parere. Non c’è evidenza empirica o scientifica che possa dissuaderli o quanto meno insinuare in loro qualche dubbio su cui ragionare.

Più che un Dunning-Kruger, un Freddy Kruger che, con indosso il guanto artigliato dell’ignoranza, è pronto a mietere vittime!

Da illuso a disilluso 

Tuttavia, per ogni illuso di conoscenza pronto a combattere per le sue convinzioni, c’è un disilluso che rimane dubbioso nell’ombra, incerto delle sue competenze. Solitamente, capita che i più preparati in un campo mettano spesso in dubbio le proprie capacità e conoscenze, consapevoli che il sapere è un processo in continuo divenire che non si esaurisce mai del tutto. 

Più studiamo, più scopriamo la nostra ignoranza. Più ci addentriamo nello studio e nella conoscenza, più ci rendiamo conto delle infinite ramificazioni del sapere e che le nostre abilità non sono mai definitive. Finiamo con il sottostimarci, dando per scontato che anche gli altri siano altrettanto competenti ed ugualmente capaci e finendo nella trappola della sindrome dell’impostore. Quest’ulteriore distorsione cognitiva, che possiamo considerare il rovescio della medaglia dell’effetto Dunning-Kruger, ricorda il paradosso vissuto già in precedenza da Socrate. Nella sua Apologia, Platone racconta che un giorno venne chiesto alla Pizia, sacerdotessa dell’oracolo di Apollo, chi fosse l’uomo più sapiente di Atene. Il suo responso aveva indicato Socrate che tuttavia, quando seppe della notizia, iniziò a cercare tra politici, poeti e artigiani qualcuno più saggio di lui. Egli infatti non si riteneva affatto il più sapiente, al contrario, verità e sapienza continuavano a sfuggirgli tanto che alla fine si era convinto di non sapere. Socrate arrivò a comprendere che fosse proprio il sapere di non sapere a renderlo il più sapiente degli ateniesi. Purtroppo però, per la maggior parte dei disillusi moderni il so-di-non-sapere trasmette solo agitazione, insicurezza e dubbi, fa traballare convinzioni e competenze fino a fare un passo indietro per lasciar parlare chi invece ne sa meno.

Come evitare l’effetto Dunning-Kruger

«Se mi chiedete quale sia la singola caratteristica che renda una persona soggetta a questo auto inganno, io direi che è respirare» – David Dunning.

Siamo tutti potenziali vittime di questa distorsione cognitiva e solo ampliando le nostre conoscenze diventiamo capaci di notare limiti ed errori dei nostri giudizi e convinzioni. Il segreto sta nell’imparare a rivalutare accuratamente le nostre competenze, informandoci da fonti attendibili, leggendo e confrontandoci per ottenere feedback. Infatti, è emerso come, solitamente, le persone più competenti vadano alla ricerca di feedback per ricalibrare la propria autovalutazione. D’altronde, anche Confucio insegna che: «la vera conoscenza sta nel conoscere l’estensione della propria ignoranza».