I pensieri ossessivi e il disturbo ossessivo-compulsivo
Fra le patologie della mente e del comportamento, le ossessioni mentali e il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) sono fra le più gravi e invalidanti. La vita della persona perde progressivamente il proprio ritmo naturale e viene scandita dai rituali indotti dalla compulsione, o dai pensieri fissi e dalle immagini disturbanti generati dall’ossessione.
Essere determinati e concentrati su un obiettivo è una capacità positiva della nostra mente; avere dei pensieri fissi, ricorrenti e disturbanti può invece diventare una tremenda tortura.
Essere attenti e meticolosi nello svolgimento di un compito è un pregio che ci rende orgogliosi e affidabili; dovere tornare su qualcosa che è già stata controllata più volte perché non si è sicuri di averla eseguita correttamente diventa un problema.
Il disturbo ossessivo-compulsivo e le fissazioni mentali sono spesso resistenti alle terapie farmacologiche e alle psicoterapie tradizionali, e diventano una trappola micidiale che si serve proprio dei comuni meccanismi razionali per imbrigliare la mente. Pensieri apparentemente innocui, come la paura di poter per errore perdere il controllo e danneggiare o ferire qualcuno, diventano fissazioni che torturano la mente. Comportamenti di per sé sani, come l’attenzione per l’igiene personale o il timore di contaminarsi, vengono portati all’eccesso e trasformati in compulsioni irrefrenabili che spingono a mettere in atto rituali ossessivi e ripetitivi.
La prigione in cui finisce per rinchiudersi la mente non ha nulla di assurdo, anzi: le ossessioni e il DOC si strutturano e si autoalimentano sulla base di presupposti logici stringenti che, condotti all’estremo, si convertono nell’assurdo e nell’illogico. La terapia breve strategica è uno strumento estremamente efficace nel combattere ossessioni e compulsioni, proprio perché in grado di bypassare i normali percorsi razionali e condurre la mente alla liberazione dalla paura e dal dolore.
Il DOC può essere diviso in due grandi categorie di ossessioni: 1. pensieri puliti e perfetti; 2. pensieri brutti e e cattivi.
Pensieri puliti e perfetti
Alla prima categoria appartengono tutte quelle tipologie di disturbo ossessivo “classiche”: la paura dello sporco, delle contaminazioni, la ricerca di un controllo e di un ordine assoluto, meticoloso, ferreo; il perfezionismo in tutte le sue diverse applicazioni (sul lavoro, nello studio, nello sport, nelle relazioni interpersonali, nei comportamenti, ecc.); la necessità asfissiante di ordine, controllo e simmetria. Di questa categoria fanno parte anche i “fastidi” nel percepire difetti propri o altrui, fisici o psicologici. Tutte ossessioni eticamente “neutre” perché non minano le basi dei nostri valori etici e morali.
Pensieri brutti e cattivi
In questa seconda categoria di ossessioni compulsive, poco conosciuta ma paradossalmente sempre più frequente, troviamo invece tutti quei pensieri “scomodi”, indicibili e innominabili che vanno contro i nostri più basilari voleri e sentimenti. Sono pensieri inaccettabili che rappresentano l’opposto dei nostri desideri, l’opposto nei nostri valori, opposto dei nostri principi etici e morali: l’ossessione di poter compiere gesti omicidi nei confronti delle persone a noi care, l’ossessione di potersi involontariamente suicidare; ossessioni suicide, ossessioni sessuali, pedofiliche, infanticide, possessioni demoniache, ossessioni religiose, blasfemie, ossessioni omosessuali, paura di impazzire e sviluppare disturbi mentali gravi come la schizofrenia o il bipolarismo… e tanto altro ancora
Tutto ciò è superabile mediante una terapia strategica breve e mirata che mediante soluzioni efficaci – nonostante il contenuto altamente disturbante delle ossessioni – spesso ha risvolti leggeri, divertenti e paradossali.
Bibliografia
Alessandro Bartoletti, (2019). Pensieri brutti e cattivi. Ossessioni tabù: come superarle. FrancoAngeli.
Giorgio Nardone, Claudette Portelli (2013). Ossessioni, compulsioni, manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi. Ponte alle Grazie.
Giorgio Nardone, Giulio De Santis (2011). Cogito ergo soffro. Quando pensare troppo fa male. Ponte alle Grazie.